FAMIGLIA CALCHI

Una ricerca dove la Genealogia intreccia la Storia

La versione attuale del cognome Calchi è l’evoluzione storica e sanguinea di un unico originario casato costituito da diversi rami che, almeno fino alla metà del 1500, erano in stretto legame tra loro.

Prima di quell’epoca il cognome veniva riportato sui documenti prevalentemente nella forma Calco con le varianti Chalco – Calchis – Chalchis – Calchus – Calchos – Calgo – Calego – de Chalco. Le poche famiglie Calchi Novati appartengono alla stessa discendenza, poiché l’aggiunta del secondo cognome è avvenuta nel 1600 a seguito di un lascito testamentario.

https://it.wikipedia.org/wiki/Calco_(Italia)#Origine_del_nome

Si hanno notizie di questa famiglia già dall’Ottavo/Nono secolo, cioè quando furono feudatari ghibellini e proprietari di vaste zone della Brianza tra cui, come vedremo, anche Calco.

Tuttavia, studiosi e ricercatori, citando gli storici Strabone, Plutarco, Plinio e Paolo Moriggia, avvalorano l’ipotesi di un’antichissima provenienza greca.

A conferma di quanto appena descritto, l’analisi del DNA dello scrivente effettuata nel 2004, ha messo in rilievo che l’ultima modifica subita dai marcatori, avvenuta alcuni millenni fa, colloca l’origine della discendenza nell’area tra Grecia, Armenia e Turchia.

Inoltre, la moneta in uso presso gli antichi Greci ai tempi di Pericle era chiamata calchos, ossia rame e corrispondeva a 1/8 di obolo d’argento. Suoi multipli erano il dicalco, il tetracalco ecc e corrispondevano a una dramma d’argento.

La ricostruzione genealogica ha evidenziato che ad oggi, in Italia, ci sono circa 50/60 famiglie, ovvero più o meno 140 persone con questo cognome, alle quali si aggiungono alcuni discendenti emigrati in Brasile, negli Stati Uniti e in Belgio.

Poiché alcuni rami storici si sono estinti nei secoli scorsi, sono individuabili tre attuali ceppi di discendenza:

  • il ramo lombardo più numeroso, tutti discendenti da Alessandro Calchi nato nel 1538, trasferitosi nel 1563/1570 circa da Calco (Ducato di Milano) a Boltiere (Bg) allora sede locale della dogana dentro la Repubblica di Venezia. Da questo ramo discendono anche gli emigrati in Brasile alla fine del 1800.
  • il ramo di Pescara-Chieti, probabilmente trasferitosi prima o poco dopo il 1800 e dal quale, anche in questo caso, discendono gli emigrati in Belgio e dagli Stati Uniti. Purtroppo, a causa della scarsità delle fonti consultate, non è stato possibile capire se sono collegati al ramo sopra descritto o se sono frutto di una discendenza parallela.
  • il ramo dei Calchi Novati di Milano discendono da Gabriele Calchi, fratello di Bartolomeo e segretario ducale di Ludovico il Moro.

La ricostruzione genealogica, iniziata nel 1998, è frutto dello studio dell’abbondante documentazione esistente, che va da:

  • le pergamene degli anni 936, 960, 975 e in cui compaiono i nomi di Umberti, Teuzo, Warimberti Calchi;
  • gli antichi “richiami” genealogici presenti negli atti redatti da antenati di questa casata che rimandano fino ai primi secoli dopo l’anno 1.000 e dove i nomi più antichi riportati sono Accursino, Johannolus, Galvagnolo, Cressone, Severinus, Porolus ecc;
  • gli elenchi del genealogista Sitoni di Scozia e degli Indici Lombardi presenti entrambi nell’Archivio di Stato di Milano, ovvero la trascrizione di nomi e di date presenti negli atti notarili;
  • la cartella Famiglia Calchi presente nell’Archivio di Stato di Milano contenente circa un migliaio di note personali e scritti privati databili tra il 1300 e il 1700;
  • la consultazione degli archivi Parrocchiali, di Stato e Diocesano sia di Milano che di Bergamo, nonché alle citazioni o ai capitoli sui Calchi presenti in diversi libri pubblicati nei secoli passati, il più antico dei quali è stato pubblicato a Venezia nel 1591.

La ricerca, di fatto mai interrotta, ha condotto a nuove scoperte o anelli di congiunzione genealogiche anche nel 2020 ed ha avuto un punto di ricchezza nella conoscenza con lo storico locale di Calco e con un “cugino” Calchi Novati, i quali, grazie alla loro passione, avevano già acquisito molto del materiale storico ed in parte di quello genealogico.

Sono stati ricostruiti o acquisiti diversi e parziali alberi risalenti fino al 1500 e alcuni anche precedenti a tale data. La difficoltà sta nel riuscire a collegarli tutti, poiché presuppone un ulteriore specifico e soprattutto minuzioso lavoro di studio in vari archivi statali e diocesani su atti notarili o altro materiale, precedenti all’epoca sopra citata. Ogni percorso di ricerca storico-familiare comunque riconduce genealogicamente i Calchi a Calco, paese di origine sin dal primo millennio.

Ritengo curioso l’aver ritrovato documenti del 1400/1600 relativi a 5 omicidi: tre subiti dai Calchi e due fatti o l’aver scoperto l’esistenza di due pale di altare del 1600 dove i volti dei personaggi rappresentati di fatto sono i ritratti dei Calchi che li hanno commissionate o, ancora, l’aver rintracciato a Milano la lapide sepolcrale del segretario Bartolomeo Calchi, morto nel 1508.

Ecco, di seguito, alcuni elementi storici e significativi emersi durante la ricerca:

  • Il legame stretto, di fiducia o magari parentela con il conte Attone di Lecco, la cui moglie, Ferlinda, viene da Beolco, frazione di Calco. (Attone è discendente dalla famiglia agnatizia di Guido e Lamberto di Spoleto, entrambi re d’Italia, a loro volta discendenti da Geroldo, conte di Parigi nel 650 per il merovingio Teodorico III). Attone governava in nome di Carlo Magno diversi e vasti territori in Italia.  link: https://it.wikipedia.org/wiki/Attone_di_Guiberto ).
  • Prima dell’anno 1000 i Calchi dichiarano di essere di legge longobarda, mentre Attone era di legge franca.
  • I Calchi sono una presenza costante nelle zone di Milano e Brianza per circa 8 o 9 secoli, cioè da quando, nell’alto Medioevo, sono feudatari di Calco a quando, con i Visconti, risultano iscritti nella Matricola fra i nobili del 1277. In tutto si contano ben quattro podestà di Milano: nel 1565 Antonio Maria, nel 1599 Eliodoro, nel 1682 Sigismondo e nel 1711 Pietro Antonio.
  • Il massimo del successo, come estensione territoriale e come personaggi illustri, viene raggiunto nel periodo del duca Francesco Sforza il quale, in guerra contro i veneziani, risiedeva proprio nel castello a Calco e di Lodovico il Moro, infatti Bartolomeo Calchi è il suo segretario ducale e Tristano Calchi è lo storico e scrittore del Ducato. Tutto questo garantì loro di esser compresi nell’elenco delle nobili famiglie che detenevano il diritto di entrare nel Capitolo Maggiore di Milano e quindi votavano per l’elezione dell’arcivescovo.
  • Negli Annali e nell’Archivio Storico della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, per diverse ragioni ed in vari ruoli, sono citati 34 Calchi, tra il 1400 e il 1600.
  • Calchi Giacomo, nato a Lodi, teologo carmelitano successivamente aderì al disegno dottrinale del re Enrico VIII, il fondatore dell’Anglicanesimo dopo la scomunica per il divorzio da Caterina D’Aragona e fu ricevuto alla corte inglese con tutti gli onori, frequentandola come loro teologo. Morì a Londra nel 1533.
  • Furono vescovi Genesio Calchi a Lucca (1714), Giovanni Pietro a Vigevano (1491), Pietro Calchi Novati a Lodi (1868 – 1952) mentre si ricordano il beato Severino Calchi, predicatore (1194) e il venerabile Ludovico Maria Calchi, domenicano (1669-1709).
  • Il Collegio Calchi, fondato a Milano nel 1516, prese il nome de’ Calchi perché Girolamo Calchi donò il suo palazzo a questa scuola media superiore. Nel 1791 venne unificato con il soppresso collegio Taeggi e fu denominato Collegio Calchi-Taeggi, da cui l’omonima via di Milano. Attivo ed efficiente anche negli anni successivi alla prima guerra mondiale, il Collegio venne definitivamente soppresso dal regime fascista nel 1935. Suoi studenti famosi furono: Giovanni Scopoli, Camillo Olivetti, Giuseppe Caimi, Gaetano Cattaneo e Giorgio Amendola.

Per finire, la storia della famiglia Calchi si intreccia con quella di Leonardo da Vinci particolarmente in due distinte situazioni:

  • la prima con Bartolomeo Calchi, come già detto primo segretario ducale di Lodovico il Moro, che nel periodo tra il 1482 e 1499 chiamò il genio alla corte sforzesca. Di Bartolomeo esistono diversi atti-documenti-lettere-annotazioni autografi indirizzati o riferiti a Leonardo per il suo periodo di permanenza nel Ducato milanese.
  • la seconda con Polidoro Calchi, il quale, nel 1610, ereditò dal suocero e scultore Pompeo Leoni, la famosa Casa degli Omenoni di Milano, loro abitazione, insieme ai disegni ed ai manoscritti di Leonardo da Vinci (oggi noti come Codice Atlantico), venduti poi, verso il 1630, al conte Galeazzo Arconati, che li donò al cardinale Federico Borromeo per la Biblioteca Ambrosiana.

Segni del rapporto con Leonardo si trovano anche nella Villa Calchi di Calco, dove il salone principale è dipinto con decorazioni che creano un parallelo con la leonardiana Sala delle Asse del Castello sforzesco.

Link: https://www.villacalchi.com/ e https://youtu.be/W5fwn5HY4ss

Ulteriori approfondimenti nel link della pagina Facebook creata dallo scrivente, Edoardo Calchi.

 https://www.facebook.com/cognomeCalchi .

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