
lunedì 14 marzo 2016, ore 16.00
Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Sala delle Accademie
presentazione del volume
Le carte dell’archivio di Acquafredda di Lenno, diocesi di Como (1011-1200), a cura di R. Pezzola, Varese, Insubria University Press, 2015 (International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities – Fonti, 10). LXXXVI, 598 pp.
con la relazione dell’Accademico dei Lincei Giancarlo Andenna
Introduce e modera Federico Gallo, direttore della Classe di Studi Greci e Latini dell’Accademia Ambrosiana
Intervengono, con l’autrice, Rita Pezzola, dottore aggregato dell’Ambrosiana,
Franco Buzzi, Prefetto della Biblioteca Pinacoteca e Presidente dell’Accademia Ambrosiana
Gianmarco Gaspari, direttore dell’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities – Università degli Studi dell’Insubria
Ugo Zecca, presidente dell’Associazione Culturale « Ad Fontes »
Questo volume è frutto di un pluriennale lavoro di ricerca realizzato tra le mura della Biblioteca Ambrosiana da Rita Pezzola e gode del patrocinio della Biblioteca Ambrosiana e della Fondazione Centro Studi “Niccolò Rusca” di Como.
Si tratta dell’edizione critica di 152 documenti, cronologicamente compresi tra il 1011 e il 1200, provenienti dall’archivio del monastero cistercense maschile dell’Acquafredda di Lenno, in diocesi di Como, un archivio nel quale, accanto alle scritture del cenobio cistercense, erano conservati anche i documenti dei monasteri di San Benedetto in Val Perlana e di San Faustino dell’Isola Comacina.
Sono per lo più documenti notarili, rogati da professionisti della scrittura attivi sulla piazza comasca; ma non mancano neppure i diplomi imperiali e le bolle pontificie, tra le quali due inedite di papa Alessandro III.
L’Insubria University Press è editore della ricerca, pubblicata all’interno della collana “Fonti” dell’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities (Centro Internazionale di Ricerca per le Storie Locali e le Diversità Culturali).
Per la ricerca e per la stampa del volume il lavoro ha potato contare sul supporto della Fondazione ProValtellina.
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